SMERALDO
In questa pagina si parla di cristalli, cristalloterapia, benessere, salute, spiritualità e minerali dal punto di vista olistico.
Vengono descritti le proprietà dei cristalli, ma anche i rituali da applicare w gli effetti sull’equilibrio del corpo,, della mente e dello spirito. Si presentano i modi di utilizzo, e i criteri per la pulizia, assieme alle alterazioni, le imitazioni e gli inganni. Il principale materiale trattato è lo smeraldo assieme alle altre varietà di berillo.
Il nome smeraldo si riferisce a una varietà del minerale berillo: la varietà con colorazione verde nella quale il colore è dovuto prevalentemente alla presenza di cromo. Al cromo possono aggiungersi gli effetti minoritari di vanadio e ferro. Trattandosi semplicemente di una varietà, essa presenta ovviamente forti affinità con tutte le altre varietà dello stesso minerale.
La ragione per cui le diverse varietà esistenti portano nomi diversi è essenzialmente storica. Si tratta di minerali conosciuti sin dall’antichità, ossia quando non esistevano le conoscenze scientifiche per distinguere seriamente fra loro i minerali e, nella classificazione, prevalevano fattori secondari come il colore.
ambiti dell’azione non fisica |
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centro sull’Ordine e l’armonia universale |
pazienza, perseveranza |
visione a lungo termine e medianità |
sincerità, trasparenza |
ambiti dell’azione fisica |
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Antistress, riduzione delle ansie; |
Rinforzo cuore |
Regolazione sistema immunitario |
miglioramento della vista |
descrizione
Smeraldo è un nome commerciale e, come capita con molti nomi commerciali, esso è chiaro quanto basta per vendere, ma oscuro quanto basta per lasciar margine di manovra al venditore. Di fatto non è ben chiaro che cosa esso significhi.
Per gli antichi tutto era facile: essi non erano in grado di distinguere fra loro un silicato da un solfato e qualsiasi cosa verde era uguale. Tanto che ci sono esempi in cui il termine smaragdus (smeraldo) veniva usato persino per indicare la malachite.
Gli appassionati di gioielli di oggi hanno ereditato le conoscenze commerciali tradizionali, hanno acquisito l’uso della parola “smeraldo” e tendono a credere che essa corrisponda a un ben preciso tipo di gemma, ma nel frattempo le conoscenze scientifiche e la tecnologia sono avanzate così tanto che la tradizione è diventata del tutto inadeguata a definire gli oggetti che vengono venduti come smeraldi.
Gli amanti dei cristalli, a loro volta, hanno ereditato l’uso tradizionale della stessa parola dal mondo della gioielleria e credono che esista un preciso minerale, con delle precise proprietà, che si chiama smeraldo. Anche i libri del settore, che non vogliono sollevare troppi dubbi nelle menti dei potenziali clienti, si basano sulla visione tradizionale che però, sfortunatamente, è sbagliata.
BERILLO
Esiste un minerale che si chiama berillo. Il berillo puro è completamente incolore. Ma spesso, quando esso si forma, nel suo reticolo rimangono intrappolate sostanze estranee che ne alterno il reticolo stesso provocando cambiamenti di colore.
Quando le impurità intrappolate sono costituite da Mn+++ il colore diventa un rosso scuro e il berillo assume il nome di bixbite (o berillo rosso). Quando è presente sempre del manganese, ma nella sua forma bivalente Mn++, il colore è rosa e il nome (commerciale) diventa morganite.
Ma le sostanze intrappolate possono essere anche altre. Per esempio il ferro, che può essere presente sotto forma bivalente (Fe++) o trivalente (Fe+++) determina una serie di colori che vanno dal blu al verde al giallo a seconda delle proporzioni fra le due forme. L’acquamarina (azzurra) e l’eliodoro (giallo) debbono il loro colore al ferro.
VERDE
Dunque la presenza di ferro può generare (anche) un colore verde che va da verde-azzurro a giallo-verde.
Ma anche il cromo provoca un colore verde! E quando il verde è dovuto al cromo, il nome commerciale diventa smeraldo.
Ma non è finita! Pure il vanadio genera un colore verde … e quando il colore è verde per il vanadio cosa accade?
Dal punto di vista della realtà chimicofisica non c’è dubbio: un berillo che contiene vanadio è tanto diverso da uno con il cromo, quanto lo è uno con il ferro da un’altro con il manganese. Il altre parole, se consideriamo differenti l’eliodoro e la morganite, anche il berillo di cromo e quello di vanadio sono senza dubbio diversi, anche se il colore è sempre verde.
Dal punto di vista commerciale, invece, la risposta non è così chiara e ci sono differenti visioni. Per alcuni specialisti i berilli di vanadio debbono essere considerati smeraldi, per altri no. Ma questa è una semplice questione di nomi, non di sostanza.
La sostanza, comunque, è che esistono berilli di cromo (e sono verdi), berilli di manganese++ (e sono rosa), berilli di manganese+++ (e sono rossi), berilli di vanadio (e sono di nuovo verdi), berilli con varie miscele fra ferro++ e ferro+++ (e sono, a seconda dei casi, gialli, verdi o blu). Poi esistono altri berilli minori che qui non prenderemo in considerazione.
IL BERILLO VERDE IN CRISTALLOTERAPIA
Dopo questa digressione, torniamo ora al berillo verde e allo smeraldo, questa volta da un punto di vista esoterico. Gli effetti di una pietra sono legati alla sua natura, non al suo nome. Proprio come gli effetti della pasta e fagioli sono legati agli ingredienti e, se anche decidete di cambiare il nome chiamandola “pasta delle stelle giganti”, le sue proprietà non cambieranno.
Il fatto che esistano berilli che sono verdi per ragioni diverse, vi impedisce di capire quale tipo di berillo abbiate davanti quando ne volete acquistare uno. Non solo la pietra che vi interessa (oppure che state già usando) potrebbe contenere cromo, vanadio o ferro, ma anche tutte le possibili combinazioni. Per esempio vanadio e ferro, senza cromo oppure cromo e vanadio con poco ferro. Voi non avete modo di saperlo e non lo sa nemmeno quello che vi vende la pietra!
Dunque voi state comprando (o usando) una pietra che non sapete che effetti avrà. Naturalmente si tratta pur sempre di varietà diverse di uno stesso minerale (il berillo), quindi ci saranno delle forti somiglianze, ma anche delle differenze. Dovrete aspettarvi che la pietra non abbia esattamente quegli effetti che voi volevate. In altre parole dovrete aspettarvi una certa variabilità.
Al problema della variabilità se ne aggiunge un altro: quello delle alterazioni. Non tutti i berilli sono colorati. Il vero berillo di base è del tutto incolore e trasparente. Se presenta numerose fratture e difetti, invece che trasparente diventa bianco e opaco. Quando un berillo è bianco oppure incolore, esso viene chiamato (commercialmente) goshenite.
La goshenite non è molto conosciuta e nemmeno molto apprezzata, ma, se la tingiamo di verde, essa si trasforma in uno smeraldo e il suo valore cresce assieme alla sua vendibilità!
Dunque, quando state acquistando uno smeraldo, non solo avrete l’incertezza fra berillo di cromo, vanadio, ferro oppure misto, ma pure fra berillo naturalmente verde e berillo bianco tinto di verde. La goshenite, credo sia superfluo dirlo, non è uno smeraldo e quindi non ha le proprietà dello smeraldo. Nemmeno se la colorate di verde.
Dal mio personale punto di vista queste incertezze sono troppe. In linea di massima rifiuto di acquistare smeraldi sia perché non mi interessa avere qualcosa di cui non posso conoscere la natura, sia anche perché un comportamento consapevole da parte dei clienti è indispensabile al fine di spingere i venditori a comportarsi nel modo più serio e preciso.
Vi suggerisco fortemente di non utilizzare smeraldi, ma se proprio ritenete necessario farlo, accertatevi almeno che si tratti realmente di smeraldo (un berillo verde con un colore abbastanza intenso) e non di una goshenite (bianchiccia) tinta di verde. Una pietra troppo chiara non è uno smeraldo.
Ai fini di questa trattazione vengono considerati smeraldi tutti i berilli di colore verde, indipendentemente dal fatto che il colore sia dovuto al ferro, al cromo o al vanadio. Anche se questa definizione non corrisponde ai criteri commerciali.
Se l’acquamarina ci rende migliori per lucidità, ma anche per sincerità e trasparenza, entusiasmo e capacità di avere relazioni ottimale e vitali con molte persone, lo smeraldo lavora sulla concordia, la fiducia, l’armonia e la perseveranza raggiungendo alla fine risultati piuttosto simili.
Il nucleo centrale delle proprietà dello smeraldo riguarda l’armonia nelle relazioni umane, sia di coppia che di altro genere (amicizia, senso di appartenenza, ecc.) È la pietra della tendenza a collaborare, comprendersi e venirsi incontro. Storicamente è legato alla fedeltà in amore e alla lealtà verso le comunità di cui ci si sente parte, ma in realtà più che di fedeltà o lealtà si tratta di un senso di identificazione con l’altra o le altre persone. Un avvertire gli altri come parti di se stessi.
Un altro importante nucleo di proprietà di questa pietra riguarda una sorta di leggerezza interiore che porta entusiasmo, positività, disponibilità, apertura e gioia di vivere assieme a qualcosa che si potrebbe definire vitalità giovanile.
Ambedue questi nuclei comportano una certa perseveranza e capacità di passare oltre i momenti complicati, anche nelle difficoltà affettive, che non è capacità di portare dei pesi, ma piuttosto minore percezione di essi per via dell’entusiasmo e dell’identificazione con la coppia o il gruppo.
Lo smeraldo non si limita a favorire l’armonia, ma suscita anche desiderio di essa, portando a dare maggior valore a quelle relazioni umane nelle quali essa è maggiormente presente.
Secondo alcuni stimolerebbe il senso estetico, ma questa idea si basa semplicemente sull’abitudine ad attribuire questa capacità alle pietre di colore verde.
Lo smeraldo agisce positivamente sulla vista e lenisce le infiammazioni delle vie respiratorie superiori.
Ha un effetto positivo indiretto sul cuore e sul sistema immunitario legato alla capacità di migliorare la pace interiore. Secondo alcuni agirebbe positivamente anche sui reumatismi, ma personalmente non ho mai potuto constatare questa proprietà.
Il primo punto da tenere presente è che uno smeraldo troppo chiaro, di fatto, non uno smeraldo e le sue proprietà vanno diminuendo man mano che esso si fa più biancastro (o incolore) e meno intensamente verde. Poiché praticamente tutte le pietre opache in commercio rischiano di essere tinte, non è possibile sapere quale colore aveva lo smeraldo prima della manipolazione. Poteva essere abbastanza verde, ma poteva anche essere sostanzialmente bianco e, in tal caso, non aveva le proprietà dello smeraldo.
Dal mio personale punto di vista la grande diffusione delle alterazioni e l’elevato livello di incertezza rendono sconsigliabile l’utilizzo dello smeraldo. I consigli che seguono riguardano coloro che, comunque, desiderano servirsene.
Lo smeraldo va portato con sé con grande assiduità, ma soltanto durante il giorno.
Se lo si porta per i suoi effetti mentali e spirituali, è necessario usarlo per periodi molto lunghi, fino a che esso non abbia in un certo senso “rimodellato” il nostro modo di essere e i nostri punti di vista. Se invece lo si usa per gli effetti fisici, la durata dell’uso dipende dal tipo di effetto che si desidera ottenere.
Lo smeraldo ha affinità esoterica con il Rituale della Luce Solare e con quello delle Candele.
Occorre tuttavia ricordare che la luce solare diretta, il caldo e gli sbalzi di temperatura possono danneggiarlo fisicamente contribuendo ad allargare le fratture o a danneggiare i filler che sono stati usati per mascherarle.
Un semplicissimo rituale che è appropriato, anche se forse, non il massimo delle possibilità, consiste nel disporre attorno alla pietra sette candeline spente, appoggiare su di esse, vicino allo stoppino, dei granellini di sale, e poi accendere tutte le candele attendendo che la fiamma, raggiungendo il sale, assuma per alcuni istanti un colore giallo. Se la colorazione si verifica entro qualche decina di secondi in tutte le 7 candeline, esse andranno poi spente partendo dalla prima che si sarà colorata (se più fiammelle si fossero colorate assieme, partite da una qualsiasi di esse).
Se una o più fiammelle non si colorano in un lasso di tempo ragionevole, allora sarà necessario completare la sequenza lasciando cadere un altro pochino di sale sulle fiammelle che non si saranno colorate, fino a che tutte abbiano mostrato un colore giallo. Dopo di ciò si spegneranno le candeline come nel caso precedente.
Al termine ci si inchinerà davanti alla pietra recitando le parole “il destro è legato al sinistro, il basso all’alto”.
Si tratta di una pietra dura e, da questo punto di vista, teoricamente, adatterebbe a essere portata anche in posizioni esposte. Tuttavia lo smeraldo è una pietra fragile e, non di rado, più fragile di quanto ci si aspetterebbe. Questo è dovuto alla presenza di fratture interne che vengono mascherate per migliorare l’aspetto esteriore e il valore della pietra. Il mascheramento può indurre a sottovalutare la rilevanza delle fratture e il conseguente livello di fragilità.
DI fatto è necessario distinguere fra loro due casi.
PIETRE DI ALTA QUALITÀ SFACCETTATE E USATE COME GEMME
Se il vostro smeraldo è una pietra di qualità (ossia una gemma), allora esso potrebbe aver subito manipolazioni anche significative al fine di mascherarne i difetti. Dato che non è possibile per un non specialista rilevare le possibili manipolazioni e tenerne conto correttamente, anche in considerazione del valore delle pietre che rende inopportuni interventi che potrebbero deprezzarle, è consigliabile che la pulizia venga eseguita da un gioielliere. Evitare in modo assoluto l’uso di vapore e ultrasuoni. Evitare anche saponi, alcol, detergenti e solventi.
PIETRE DI BASSA QUALITÀ, OPACHE
Se si tratta di una radice di smeraldo ossia di una pietra opaca e di bassa qualità, non sfaccettata, allora è ragionevole pulirla in casa, sia pure con cautela. In questo caso, se non si vogliono correre rischi, è necessario limitarti a usare un panno umido e morbido, rinunciando a saponi, solventi, alcol e altri prodotti chimici.
Lo smeraldo, quando la sua qualità è elevate, è una gemma delle più pregiate. Storicamente è stata lungamente la pietra più valutata e apprezzata. La sua durezza teorica, in quanto varietà di berillo, è compresa fra 7,5 e 8 nella scala di Mohs. Si tratta quindi di un minerale piuttosto duro, tuttavia la presenza di grandi quantità di inclusioni (intrappolate nella gemma durante le sue fasi di formazione) e fratture interne lo rendono facilmente soggetto a subire danni.
Il valore dello smeraldo si basa sulle classiche quattro proprietà che in inglese sono note come le 4 “c” (color, clarity, cut e carat) che in italiano si rendono con colore, purezza, taglio e peso (in carati).
In genere, nella valutazione delle gemme colorate (il termine tecnico è gemme di colore) il colore è nettamente la caratteristica più importante, ma nel caso dello smeraldo la purezza ha un’importanza quasi altrettanto grande. Uno smeraldo di pregio deve possedere non solo una tonalità di verde pura, ma anche un’elevata purezza e trasparenza.
COLORE
Il colore verde dei berilli può essere dovuto alla presenza di tre distinte impurità cromofore nel reticolo cristallino: cromo, vanadio e ferro.
A seconda di quali cromofori siano presenti, alcuni berilli vengono considerati veri smeraldi (e quindi hanno un valore molto più alto), mentre altri restano semplici berilli verdi. Sfortunatamente gli esperti del settore non sono d’accordo nel decidere quando un berillo è uno smeraldo e quando non lo è. Di sicuro sono considerate veri smeraldi tutte quelle pietre in cui il colore è chiaramente dovuto alla prevalente presenza di cromo. Questo è il caso, per esempio, delle gemme provenienti dallo Zimbabwe o dal Brasile che presentano percentuali di cromo parecchie volte più alte rispetto a quelle di vanadio. Invece negli smeraldi colombiani, la quantità di vanadio può facilmente eccedere quella di cromo.
In tutti i casi, la presenza di forti quantità di ferro tende ad alterare il colore dando luogo a tonalità che si spostano in parte verso il giallo o verso il blu.
Mentre in passato era chiaro che erano smeraldi solo le pietre con un colore dovuto prevalentemente al cromo, negli anni ‘60 del XX secolo, i produttori di gioielli americani cambiarono unilateralmente la definizione di smeraldo, iniziando a includere anche le pietre in cui il colore era dovuto prevalentemente al vanadio. Questo diverso modo di definire lo smeraldo era dovuto al fatto che molte delle pietre provenienti dalla Colombia (e di elevata qualità) presentavano quantità di vanadio superiori a quelle del cromo e quindi, teoricamente, non avrebbero dovuto essere considerate smeraldi.
Questa modifica ha comportato una situazione incoerente in cui negli Stati Uniti è possibile acquistare i berilli di vanadio con il nome smeraldi, mentre in Europa e nel Regno Unito le stesse pietre non sono considerate tali.
Poiché spesso le pietre con maggiore quantità di vanadio sono proprio quelle che provengono dalla Colombia, alcuni operatori del settore hanno iniziato a distinguere quelle pietre definendole smeraldi colombiani.
Oltre alle diverse percentuali di cromofori, generalmente, gli esperti sono concordi nel non considerare smeraldi quei berilli verdi in cui il colore non è abbastanza chiaro. Purtroppo però non c’è accordo su che cosa significhi “abbastanza”.
TAGLIO
In genere gli smeraldi presentano elevate quantità di imperfezioni (inclusioni e fratture interne). Esse sono presenti in tutta la massa della gemma e giungono a presentarsi in superficie compromettendo la possibilità di sbizzarrirsi con i tagli. Questo fatto costringe i tagliatori a evitare tagli complessi e ridursi in alcuni casi addirittura al cabochon o comunque a semplici tagli ovali o rettangolari con poche faccette e una tavola di grandi dimensioni.
TRATTAMENTI
Lo smeraldo è probabilmente la gemma più largamente soggetta a trattamenti migliorativi tali da alterare in modo significativo l’apparente qualità della pietra. La maggioranza di essi vengono sottoposti a filling con olio o altre sostanze per riempire quelle fratture che giungono fino in superficie e quindi possono essere riempite.
Fra i filler (riempitivi) più usati vi è l’olio di cedro. Anche altre sostanze che presentano indici di rifrazione vicini a quello dello smeraldo possono essere utilizzati. Spesso si tratta di resine, polimeri vari e oli sintetici.
Le pietre meno costose vengono spesso sottoposte a filling con resine epossidiche. Ovviamente, a parità di qualità apparente, le gemme sottoposte a trattamenti valgono molto di meno di quelle non trattate … ma non è detto che il venditore decida di rivelare il trattamento. Anche i gemmologi cui si chiedono i certificati possono interpretare diversamente la presenza di riempitivi. Per alcuni (come dovrebbe essere in teoria) la loro semplice presenza viene considerata come un “miglioramento”, mentre altri reputano che vi sia stato un miglioramento solo in quei casi in cui la qualità della gemma è cambiata sensibilmente. Di nuovo … non esiste nessuno standard che indichi che cosa significa la parola “sensibilmente”.
SMERALDI SINTETICI
Lo smeraldo è stato fra le primissime pietre per le quali si sia tentato di ottenere una versione sintetica. Vari tentativi hanno avuto parziali successi, ma solo negli anni ’30 del XX secolo ha avuto inizio realmente l’epoca degli smeraldi sintetici. La prima produzione commerciale sfruttava il metodo di Carroll Chatham. Successivamente altri metodi o varianti si sono affermati fino a giungere a una completa sintesi di pietre per via idrotermale alla fine degli anni ’60, sempre nel XX sec..
Il termine smeraldo proviene dal latino volgare esmaraldus attraverso le forme medievali del francese e dell’inglese. Esmaraldus era, a sua volta, una variante del latino smaragdus, derivato dal Greco antico σμάραγδος (smáragdos) che significava “gemma verde” e veniva da forme più arcaiche di origine semitica.
Nel semitico compariva il termine baraq con il significato di “brillare” da cui deriva anche il sanscrito “maragata” che significa smeraldo.
I nomi antichi delle gemme che l’umanità conosce e usa da più tempo, sono spesso imprecisi e si riferiscono a più minerali o rocce distinti. L’unico modo che abbiamo per associarli, quando si può, a dei precisi minerali, è basarsi sulle descrizioni fornite dagli autori classici che, però, spesso sono a loro volta insufficienti. Per esempio il greco smáragdos lo si trova riferito sia alla malachite che al presunto smeraldo ed è probabile che in molti casi indicasse anche una diversa gemma (il peridoto) che nel mondo antico veniva facilmente confuso con esso. In altri termini, mentre è facile collegare la parola moderna smeraldo (ing. emerald) con la parola antica smáragdos, non è affatto ovvio che quella parola indicasse la stessa pietra che noi chiamiamo smeraldo.
Alcune fonti non troppo accurate indicano che l’etimologia del termine smeraldo potrebbe essere dal nome di ciò che i Romani chiamavano “monte Smaragdus”, una zona situata a sud-est di Luxor, abbastanza vicino alla costa del Mar Rosso, poco più a sud dell’odierna Marsa Alam. In realtà queste fonti sbagliano e, se mai, è vero il contrario. Il toponimo latino monte Smaragdus deriva dal nome già esistente attribuito alle gemme verdi.
Gli smeraldi nell’antichità venivano estratti principalmente in Egitto, anche se non è noo a partire da quale epoca e le stime degli studiosi possono cambiare in modo radicale. Forse le primissime estrazioni ebbero inizio attorno al 2000 a.e.c., ma certamente l’impulso maggiore venne molto più tardi con la dominazione romana. La zona mineraria era situata non lontano dal Mar Rosso, poco a sud dell’odierna Marsa Alam. La qualità di queste pietre era tuttavia molto bassa ed esse erano opache o al più traslucide.
Altri smeraldi, sempre di qualità non elevata rispetto a quelli odierni, provenivano probabilmente dall’India dove non venivano estratti in miniera, ma raccolti in giacimenti secondari.
Tutti gli smeraldi dell’antichità venivano semplicemente tagliati a cabochon oppure a formare perline e poi grossolanamente lucidati.
Plinio il Vecchio descrisse lo smeraldo nel suo Naturalis Historia scrivendo che “nulla appare più verde”. Quasi anticipando la moderna idea secondo cui il verde è un colore rilassante e riposante, egli scrisse che “non c’è metodo migliore per riportare gli occhi alla loro efficienza che guardare uno smeraldo, il suo colore verde li ristora e ne elimina la stanchezza.
Fra le molte proprietà attribuite a questa gemma vale la pena di ricordare la capacità di predire il futuro (per coloro che nel parlare tengono uno smeraldo sotto la lingua), di rivelare il vero e di annullare gli incantesimi malvagi.
Secondo gli antichi romani esso consentiva di rivelare l’infedeltà in amore e di migliorare la propria capacità oratoria. Anche consentiva di guarire alcune malattie e di combattere l’effetto del veleno dei serpenti.
Nella tradizione buddhista lo smeraldo rappresenta uno dei Sette Tesori e in quella ebraica, potrebbe essere una delle 12 pietre del pettorale del Sommo Sacerdote, sebbene l’identificazione di tali pietre sia molto dubbia.
Un’altra leggenda dice che lo smeraldo sia una delle 4 pietre donate da Dio al re Salomone.
Nella tradizione religiosa thailandese il più sacro simbolo religioso è il cosiddetto Buddha di smeraldo. Tuttavia, ad onta del nome, tale idolo non è intagliato nello smeraldo, ma nella giadeite verde.
Dal punto di vista delle associazioni con i segni zodiacali, lo smeraldo è tradizionalmente associato soprattutto al segno del toro, ma anche a vergine e bilancia e, in alcuni casi, al cancro.
Come ho già sottolineato altrove, le associazioni tradizionali generalmente non sono soddisfacenti in quanto basate su criteri non chiari e, addirittura, variabili da caso a caso.
immagini
altri dati
smeraldo | |
famiglia/affinità | – |
chimica | ciclosilicati |
varietà di | berillo |
tipo di materiale | minerale |
durezza | 8 |
colori | verde, anche con una leggera tendenza al verde-giallo o al verde-blu. |
classe di potere | + |
livello richiesto | + |
costanza | media |
flusso | dall’esterno all’interno |
grado dinamico | squilibrio, equilibrio |
elementi | spirito, aria |
zodiaco (segni in equilibrio) | Xxx |
pianeti | Xxx |