DIASPRI
Proprietà, significati, benessere, salute, equilibrio del corpo, della mente e dello spirito, rituali, utilizzo, pulizia, storia e note su trattamenti, alterazioni e imitazioni del diaspro rosso, giallo e mookaite.
Diaspro è un nome con una valenza storica e commerciale, ma senza validità scientifica che viene attribuito ad alcune varietà dense e opache di quarzo microcristallino frammisto ad altri materiali.
Tuttavia lo stesso nome, per una deriva dovuta a fattori commerciali, viene attribuito anche a materiali completamente diversi, in un guazzabuglio che per il non addetto ai lavori rischia di essere inestricabile.
descrizione
I diaspri più propriamente detti, non sono minerali, ma piuttosto materiali che sono formati da una miscela di minerali con acqua e impurità varie.
Le varietà di colore omogeneo, a parte il diaspro rosso e quello giallo, sono piuttosto scialbe e poco attraenti e assomigliano abbastanza alla selce (che di fatto è anch’essa un diaspro), mentre quelle multicolori possono essere interessanti come pietre ornamentali e utili per realizzarci cabochon.
I diaspri sono strettamente imparentati con i calcedoni e potrebbero essere considerati a tutti gli effetti come una varietà di essi. Ciò che li distingue è la loro opacità. Alcuni diaspri, per esempio, hanno lo stesso colore (e sostanzialmente la stessa composizione) della corniola, ma mentre quest’ultima è traslucida, il diaspro è opaco.
Occorre comunque considerare che anche i diaspri diventano traslucidi se tagliati in sezioni abbastanza sottili. Dal punto di vista scientifico le distinzioni fra calcedoni e diaspri sono piuttosto sottili, dal punto di vista della cristalloterapia, le distinzioni sono completamente insignificanti e possiamo tranquillamente considerare diaspri e calcedoni come lo stesso tipo di materiale.
Anche l’eliotropio (o pietra di sangue) è opaco (verde con macchie rosse) e pertanto è considerato come una varietà di diaspro, sebbene alcuni lo includano fra i calcedoni.
D’altro canto, non di rado, i diaspri vengono rinvenuti negli stessi ambienti in cui vi sono calcedoni (e agate), opale e quarzi, anche profondamente mescolati fra loro.
I diaspri possono presentare aspetti e schemi di colori assai variabili e in genere vengono classificati commercialmente in funzione del loro aspetto e colore oppure dell provenienza. Si distinguono in questo modo varietà come il diaspro oceanico (o orbicolare), il diaspro papavero, il diaspro paesaggio, il diaspro leopardo e via elencando.
La nomenclatura dei cosiddetti diaspri è estremamente complessa e ingannevole. Di seguito un elenco di alcune delle principali pietre denominate diaspri con brevi indicazioni sulla loro natura.
NOME | TIPO | DESCRIZIONE | USO ESOTERICO |
diaspro mookaite | diaspro | È un normale diaspro la cui colorazione è legata prevalentemente alla presenza di ossidi di ferro e manganese | equivalente alla corniola |
diaspro giallo | diaspro | È un normale diaspro la cui colorazione è legata prevalentemente alla presenza di ossidi di ferro | equivalente alla corniola |
diaspro rosso | diaspro | È un normale diaspro la cui colorazione è legata prevalentemente alla presenza di ossidi di ferro e manganese | equivalente alla corniola |
selce e diaspri dal colore non significativo | diaspro | Sono normali diaspri in cui nessuna inclusione o impurità contribuisce ad alterare il colore | equivalente a un calcedonio grigio o a un’agata dal colore grigiastro |
diaspro dalmata | non è un diaspro | Roccia con feldspato, quarzo, … | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
eliotropio | diaspro | Diaspro verde scuro per inclusioni di clorite, actinolite o altro e con macchie rosse per ematite | molto variabile, ma utilizzabile |
diaspro orbicolare | riolite silicizzata | Si tratta di una roccia (riolite o tufo) che ha subito un processo di graduale silicizzazione. In essa sono presenti cristalli aciculari, prevalentemente di quarzo e feldspato, che si dispongono in aggregati radiali a formare strutture sferiche.
Proviene da: Madagascar, Messico, Stati Uniti, India e Australia |
da evitare: troppa variabilità e incertezza |
diaspro pelle di leopardo | riolite silicizzata | Non è un diaspro, ma una riolite più o meno silicizzata il cui aspetto ricorda vagamente, per via delle macchie, la pelle di un leopardo | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
Shiva lingam | diaspro | Un diaspro spesso esteticamente piuttosto banale la cui forma allungata e tondeggiante (quasi sempre artificiale) viene associata al pene di Shiva | da evitare: ha gli stessi effetti (variabili) di una semplice selce, ma costa di più |
diaspro bumble bee | roccia calcarea con depositi di minerali vulcanici | Roccia prevalentemente calcarea costituita da un supporto sedimentario (calcite) poroso in cui sono cresciuti materiali vulcanici di fumarola fra cui zolfo, orpimento e realgar. In molti campioni sono presenti Opticon o altre resine sintetiche con il duplice scopo di consolidare una roccia che di per sé potrebbe essere delicata e friabile e di lucidarne la superficie. | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
wonderstone | probabilmente riolite | Ci sono numerose località da cui provengono pietre definite “wonderstone” e non tutte hanno la stessa natura; in alcuni casi si tratta di rioliti | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
diaspro occhio di uccello | riolite silicizzata | Una roccia (probabilmente riolite più o meno silicizzata) in cui sono presenti strutture che possono assomigliare a occhi di uccello | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
roccia coccodrillo | riolite | Come il diaspro kambaba | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
diaspro kambaba | non è un diaspro (roccia vulcanica) | Roccia vulcanica di colore prevalentemente verde scuro e proveniente dal Madagascar; non è un diaspro, non è una stromatolite, non contiene fossili.
È composto sostenzialmente di quarzo, pirosseno, albite e feldspato, mentre le caratteristiche strutture tondeggianti (orbicolari) sono formate di cristalli aciculari di anfiboli (della sequenza fra riebeckite e pargasite). Un giacimento di materiale estremamente simile, al punto da poter essere considerato lo stesso materiale, è stato trovato in Messico e i campioni da lì provenienti vengono commercializzati con il nome Nebula Stone. |
da evitare: troppa variabilità e incertezza;
da qualsiasi punto di vista cristalloterapeutico, Kambaba stone e Nebula stone sono da considerare identiche. |
diaspro galassia | riolite | Come il diaspro kambaba | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
diaspro oceanico | riolite silicizzata | Un tipo di diaspro orbicolare proveniente dal Madagascar | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
diaspro K2 | granito | Un granito in cui sono presenti macchie blu di azzurrite | da evitare: troppa variabilità e incertezza |
seftonite | eliotropio | Altro nome dell’eliotropio | vedi eliotropio |
Diaspro rosso, diaspro giallo e diaspro mookaite sono tutti equivalenti dal punto di vista delle proprietà esoteriche. L’unica minima eccezione si ha in quei campioni di mookaite in cui sono presenti ossidi di manganese e le proprietà cambiano un pochino, ma in misura comunque irrisoria.
Questi tre diaspri hanno sostanzialmente gli stessi effetti della corniola (che in effetti è costituita dallo stesso tipo di materiali). Per chiunque dunque, considerando che idiaspri sono spesso tinti e la mookaite più costosa, conviene usare la corniola.
EMERSIONE DEL SÉ
Come tutti materiali basati sulle varietà di quarzo, i diaspri sono caratterizzati da una forte tendenza a spingere verso la piena emersione ed espressione di elementi del sé. In particolare quelli che riguardano l’attitudine alla socialità e all’appartenenza a gruppi e comunità.
I diaspri favoriscono un atteggiamento in cui si pone al centro dell’attenzione il sé e il suo sviluppo, sia materiale che, eventualmente, spirituale.
Riducono la disponibilità ad accettare posizioni subalterne o frustranti, in cui il sé venga esageratamente compresso dall’influenza di terzi.
Favoriscono il riemergere di eventuali ricordi ed emozioni che sono da lungo tempo nascosti dentro di noi.
CONTATTO
Una seconda tipologia di effetti riguarda il miglioramento degli scambi e delle interazioni con le altre persone e, soprattutto, con quelle che si riconoscono come appartenenti alla stessa comunità (famiglia, squadra sportiva, gruppo lavorativo, ecc.). Il diaspro favorisce la comunicazione, la comprensione e la cooperazione. Aumenta la propensione ad ascoltare. Migliora la socievolezza e il senso di appartenenza. Allo stesso tempo incrementa il senso delle nostre responsabilità nei confronti del gruppo di appartenenza, il senso del dovere, il rispetto e il rafforzamento dei legami.
AZIONE E GRINTA
I diaspri, e particolarmente quello rosso, sono pietre fortemente orientate all’azione. Spingono a osservare il particolare piuttosto che il quadro generale. Inducono a far prevalere il proprio punto di vista su quelli altrui e anche a non esitare nell’esporsi e porsi al centro dell’attenzione.
I diaspri sviluppano la concretezza, la voglia di entrare in azione, la perseveranza (che talvolta può sconfinare nell’ostinazione), la rapidità e impulsività e la capacità di sacrificio. Aiutano a tirar fuori il meglio che possiamo dare, aumentano la grinta e la combattività. Riducono i sensi di colpa aiutando così a limitare il peso di eventuali errori.
Limitano la propensione alla riflessione.
Limitano il contatto con la sfera non materiale.
Dal punto di vista fisico il diaspro svolge un’azione antiusurante e protettiva riequilibrando le funzioni vitali.
Favorisce la rigenerazione e la crescita. Agisce beneficamente sulla pelle e aiuta a limitare le patologie degli occhi e dell’apparato gastro-intestinale.
Gli effetti del diaspro sono delicati e si fanno gradualmente percepibili in poco meno di tre settimane. Dato che si tratta di effetti che riguardano aspetti generali e di lungo termine della personalità (piuttosto che capacità da applicare in momenti specifici), la pietra va portata per lunghi periodi. Ove si reputi necessario correggere stabilmente certe nostre tendenze caratteriali, può essere utile portare il calcedonio anche per anni.
Dopo un periodo di uno o due anni, tuttavia, l’uso continuo con l’abitudine a comportarsi in un certo modo si impongono e la nostra personalità tende a modificarsi. Si tratta in definitiva di una forma di apprendimento: impariamo a comportarci in modo allineato con gli stimoli che vengono dal diaspro. A quel punto gli effetti diventano pressoché permanenti ed è possibile interrompere definitivamente l’utilizzo del cristallo.
I diaspri sono pietre particolarmente adatte per essere assoggettate a rituali di tipo ripetitivo. Il rituale più appropriato consiste nel porre la nostra pietra, ogni due o quattro settimane, in modo regolare, in un piattino o ciotolina bianchi, su un tavolo o altro ripiano, al centro di un triangolo formato da 3 candele bianche. Si accenderanno le 3 candele e poi ci si siederà di fronte al tavolo osservando i giochi di riflessi e di ombre, tenendo fisso lo sguardo, svuotando la mente e concentrandosi solo su di essi, come se si volesse gradualmente entrare in trance, per circa 5 minuti. Trascorso tale tempo si chiuderanno gli occhi e si visualizzerà la pietra, illuminata dalla luce delle candele che entra nella nostra mente, scendendo verso il cuore e riempiendolo di luce. Poi si guarderà dentro di sé per capire quale sia stato lo stato d’animo dominante della giornata e ci si chiederà se quello stato d’animo sia stato più o meno opportuno, più o meno sotto il nostro controllo e che cosa lo abbia indotto.
È importante eseguire questa sequenza con calma e cercando non delle conferme per noi stessi, ma, al contrario, delle verifiche e delle verità magari anche non troppo piacevoli.
Questa forma di riflessione può durare pochi minuti, ma anche molto a lungo. Comunque è opportuno dedicarle non meno di una decina di minuti, altrimenti il nostro sforzo sarà insufficiente.
Per regolare la durata dell’esercizio si può chiedere a qualcuno di farsi vedere e avvisarci delicatamente dopo un certo tempo.
Fra i rituali più evoluti, quello della Luce Lunare non è compatibile, mentre lo è quello della Luce Solare.
La durezza del diaspro, a seconda dei casi, è analoga a quella del quarzo o un po’ inferiore, di conseguenza il diaspro subisce pochi danni e perde lucentezza in modo piuttosto lento (a meno che venga tenuta a contatto con cristalli assai più duri come il corindone). Dato il limitato valore venale, il lento deterioramento può non essere considerato un problema.
I diaspri possono assorbire sostanze chimiche è quindi particolarmente importante evitare di applicare profumi, lacche, ecc. mentre li si indossa.
Quando si voglia pulire la pietra è opportuno dare preventivamente una passata con un pennellino morbido oppure con un getto d’acqua per rimuovere il grosso della polvere.
Subito dopo, eventualmente, si può lavare in acqua tiepida con detergenti delicati e, possibilmente, non colorati. Risciacquare a fondo immediatamente: il diaspro è un materiale poroso e può assorbire le sostanze con cui viene in contatto, occorre quindi ridurre il tempo di contatto con i detergenti.
Alcuni diaspri sono facilmente confondibili con calcedoni. Talvolta uno stesso campione ha natura mista, contenendo parti in cui sono presenti sia il calcedonio che il diaspro e anche l’opale o il quarzo cristallino.
Esistono infinite varietà di diaspri, molto spesso con nomenclatura non chiara. Spesso non si tratta neppure realmente di diaspri, ma semplicemente di pietre cui è stato attribuito ingannevolmente quel nome.
È estremamente frequente che i diaspri vengano tinti. Quelli rossi lo sono praticamente tutti.
Considerato che i diaspri in definitiva equivalgono ai calcedoni, che presentano un livello di ingannevolezza assai elevato e che anche la loro variabilità li rende poso affidabili, sarebbe opportuno evitarne del tutto l’acquisto se non per motivi estetici e decorativi. In altri termini, non ha senso acquistare diaspri per ragioni esoteriche, mentre può essere sensato farlo se la pietra ci interessa per la sua bellezza.
MOOKAITE
Il diaspro commercialmente chiamato Mookaite è una varietà di diaspro trovata nell’Australia Occidentale, nei pressi del torrente Mooka. La parola mooka, usata dagli aborigeni, significa acque che corrono.
La mookaite (come altri diaspri) si è formata per deposizione dei gusci silicei di microrganismi chiamati radiolari che si sono accumulati nel corso di migliaia di anni sul fondo di alcuni bacini. Una volta emersi quei fondali, il successive apporto di ulteriore silica ricca di ossidi metallici ha consolidato e colorato quei depositi producendo gli splendidi colori che prevalentemente vanno dal giallo al rosso cupo, anche con tonalità violacee, ma possono includere il bianco, il bruno, un color malva e altro.
La mookaite è composta da quantità variabili di vero diaspro assieme a opale, calcedonio e altro. In alcuni casi possono essere presenti formazioni arborescenti (come nell’agata dendritica) dovute alla presenza di ossidi di manganese.
Il nome commerciale può assumere anche altre forme (mookalite, mookerite, moakite, ecc.). Come detto, dal punto di vista delle caratteristiche esoteriche il diaspro mookaite è perfettamente equivalente a un diaspro rosso che, a sua volta, equivale a una corniola.
Il termine diaspro significa pietra con macchie e deriva, attraverso forme intermedia dal latino iaspis,idis che a sua volta è derivato dal greco ἴασπις (iaspis) correlato con il persiano yashp.
Nell’antichità varie forme di diaspro erano utilizzate per numerosi scopi. Fra l’altro per produrre le punte dei trapani ad arco, già fra il V e il IV millennio prima di Cristo.
Alcune forme erano apprezzate come gemme e non di rado utilizzate per produrre sigilli. Occorre tuttavia considerare che ciò che gli antichi chiamavano diaspro, con tutta probabilità in molti casi era calcedonio. Molto spesso le forme di diaspro usate erano quelle con colore verde e assai probabilmente si trattava di crisoprasio.
Secondo alcuni studiosi, la prima pietra del pettorale del Sommo Sacerdote ebraico (chiamata odem) poteva essere un diaspro rosso, mentre la decima (tarshish) potrebbe essere stata un diaspro giallo.
Esattamente come avviene nei calcedoni, una percentuale significativa delle masse di diaspro può essere composta di un minerale chiamato moganite. Secondo uno studio del 1992 in alcuni campioni questa percentuale può raggiungere persino l’80% della massa. Anche l’opale può essere presente nella massa dei diaspri e dei calcedoni, anche se con il tempo esso tende a cristallizzare trasformandosi prima in cristobalite e poi in quarzo.
La selce è a tutti gli effetti un diaspro ed è stata largamente utilizzata per la produzione di utensili sin da tempi remoti. Essa era conosciuta e usata praticamente in tutto il mondo, sebbene localmente altre pietre (per esempio la nefrite) potessero essere preferite, ove disponibili, per le loro caratteristiche meccaniche.
Fra l’altro, la selce veniva utilizzata in tutto il continente americano (sia settentrionale che meridionale), oltre che in Africa e in altre parti del mondo.
In Italia, nella zona di Sestri Levante, possono essere rinvenuti dei campioni di una roccia che assomiglia a un diaspro orbicolare (o a un diaspro oceanico).
Di fatto non si tratta di diaspro, ma di una roccia differente chiamata variolite o, con un termine più moderno, metabasalto variolitico.
Le varioliti sono rocce effusive vulcaniche che contengono strutture sferiche o comunque globulari di dimensioni centimetriche. Queste strutture prendono il nome di varioli e sono contenute in una matrice a grana fine, derivante dalla progressiva devetrificazione del magma.
I varioli hanno colori più chiari rispetto alla pasta di fondo e possono essere decisamente piccoli (meno di un millimetro), ma anche piuttosto grandi (più di cinque centimetri).
Il metabasalto variolitico si può rinvenire lungo la costa nella zona di Sestri Levante.
Dal punto di vista esoterico occorre avere ben chiaro che non si tratta di diaspri e le proprietà sono completamente differenti.
Nell’entroterra di Sestri Levante, in una zona chiamata Valle Lagorara, esistono anche i resti della più antica cava di diaspro europea.
La cava era attiva durante l’Età del Rame, fra il 3500 e il 2600 a.e.c..
Il versante orientale della valle presenta un imponente affioramento di diaspri, che formano un grande contrafforte alto anche 200 m e che si allarga per circa 1 km.
In questa zona, ai piedi di quella che viene chiamata Roccia di Lagonara, si trova un antico sito estrattivo il cui materiale veniva utilizzato per produrre le classiche punte di selce, da utilizzare come coltelli, lance e punte per frecce.
Le due zone di estrazione sono ben riconoscibili per la presenza di numerosissime fratture concoidi, dovute ai colpi con cui i nostri progenitori cercavano di staccare frammenti dalla massa rocciosa servendosi di rocce più tenaci dei diaspri (ad esempio gabbri e basalti). Le rocce di questa zona sono veri diaspri con le proprietà del diaspro rosso.
immagini
altri dati
diaspro | |
famiglia/affinità | diaspri |
chimica | – |
varietà di | diaspro |
tipo di materiale | roccia |
durezza | 6,5 – 7 |
colori | prevalentemente bianco, grigio, nero, beige, giallastro, bruno o rossiccio a bande e zonature spesso concentriche, ma anche di altri colori (verde, violaceo, …); quasi sempre i colori sono terrosi, spenti e poco saturi |
classe di potere | + |
livello richiesto | + |
costanza | bassa |
flusso | dal’inconscio al conscio (sogno) |
grado dinamico | disparità, diversità |
elementi | fuoco, aria |
zodiaco | ariete, leone |
pianeti | Sole, Venere |