I calcedoni e le agate costituiscono una grande famiglia di materiali estremamente simili fra loro. La distinzione fra le diverse varietà si basa su ragioni storiche legate all’aspetto esteriore, mentre la differenza reale è quasi nulla. Nomi come onice, agata, calcedonio, corniola, sarda e moltissimi altri non hanno quasi nessun motivo di esistere se non legato a questioni strettamente commerciali.
La gran parte delle varietà che si possono trovare sul mercato sono completamente equivalenti dal punto di vista degli effetti cristalloterapici. A questo si aggiunge il fatto che dentro ogni singola varietà, in modo non verificabile, esiste una variabilità intrinseca così ampia da coprire le differenze fra varietà diverse.
Immaginate di voler assumere un minatore per una cava di granito. Vi serve una persona forte, possibilmente di buona salute, disponibile a lavorare con impegno. Tre candidati vi hanno telefonato: uno viene dall’Indonesia, uno dal Kenia e uno dall’Irlanda. Esteriormente sono piuttosto diversi, ma non ha nessun senso scegliere sulla base della diversità esteriore. Sia gli indonesiani che i keniani e gli irlandesi presentano una variabilità all’interno del loro gruppo, molto più importante di quella estetica. Ognuno potrebbe essere debole o robusto, alto o basso, intelligente o stupido, volenteroso o pigro, obbediente o indisciplinato, litigioso o socievole, ecc.. Sapere che uno è irlandese non vi serve a nulla, se non sapete che tipo di irlandese è. La stessa cosa vale per i calcedoni (e altri cristalli). Sapere se un materiale si chiama calcedonio azzurro oppure corniola non serve a nulla, se non sapete quanta moganite, silanolo e altre sostanze ci sono dentro.
Sul mercato sono presenti innumerevoli denominazioni, ma, a parte eventuali preferenze estetiche che sono sempre lecite, nella maggior parte dei casi esse sono del tutto equivalenti.
Tutti i calcedoni sono costituiti da una miscela di materiali. In prevalenza si tratta di quarzo. Qualsiasi varietà, infatti, è formata per la gran parte di quarzo, a volte esso costituisce il 95% o anche più del campione. Di conseguenza tutti i calcedoni debbono inevitabilmente presentare prevalentemente gli effetti tipici del quarzo.
In molti casi, al quarzo si aggiungono moganite (fino al 20% e anche oltre), vari ossidi metallici, acqua (anche nella forma legata al silicio a formare silanolo (Si-OH). Le quantità possono variare e, a meno di eseguire costose e difficili analisi, nemmeno i commercianti sono in grado di conoscerle.
In certi campioni possono anche essere presenti quantità di opale e diaspro (che, a sua volta, è costituito prevalentemente da quarzo).
Il calcedonio azzurro porta l’attenzione su di sé, spinge a porre se stessi al centro, a far emergere e ad affermare le proprie capacità, attitudini e tendenze. In particolare spinge a tirar fuori la propria curiosità e l’attitudine a comunicare.
Si tratta di una comunicazione di tipo concettuale (non emotivo), orientata alle parole, ai simboli, agli schemi, ai sottintesi e anche ai significati criptici o nascosti. L’effetto riguarda sia la capacità di esprimere che di comprendere e interpretare, ma non ha a che fare con la comunicazione empatica ed emotiva.
Vengono stimolate le capacità diplomatiche e la tendenza a imporre il proprio punto di vista con la persuasione. Viene aumentata la tendenza a mostrarsi e tenere il centro della scena.
Il calcedonio azzurro aiuta a migliorare la flessibilità di pensiero e la tolleranza. Allo stesso tempo spinge a cercare la compagnia. Aumenta la curiosità per le vicende e i sentimenti umani assieme al desiderio di conoscere e rinnovarsi.
Induce a puntare profondamente l’attenzione sul dettaglio piuttosto che allargarla al quadro generale. Favorisce l’azione rispetto alla riflessione e alla pianificazione a lungo termine.
Favorisce infine l’intuizione e una certa creatività, soprattutto nelle attività collegate alla parola.
Gli effetti sul fisico sono leggeri, ma numerosi e si traducono in una sensazione generale di maggior benessere.
Il calcedonio azzurro aiuta a combattere i problemi dell’apparato respiratorio. Attenua i sintomi associati alla meteoropatia. Ha un’azione antinfiammatoria e aiuta a mantenere un po’ più bassa la temperatura dell’organismo. Stimola il flusso linfatico e combatte la ritenzione idrica.
Gli effetti del calcedonio azzurro sono lievi e si fanno percepibili in circa 20 giorni. Dato che si tratta di effetti che riguardano aspetti generali e di lungo termine della personalità, piuttosto che capacità da applicare in casi specifici, la pietra va portata per lunghi periodi. Ove si reputi necessario correggere certe nostre tendenze caratteriali, può essere utile portare il calcedonio anche per anni.
Dopo un periodo di uno o due anni, tuttavia, l’uso continuo con l’abitudine a comportarsi in un certo modo si impongono e la nostra personalità tende a modificarsi. Si tratta in definitiva di una forma di apprendimento: impariamo a comportarci in modo allineato con gli stimoli che vengono dal calcedonio. A quel punto gli effetti diventano pressoché permanenti ed è possibile interrompere l’utilizzo del cristallo.
Il calcedonio azzurro ha una connotazione verso l’azione e la comunicazione. Il Rituale dell’Incenso e quello della Luce Solare sono fra i più appropriati.
Il calcedonio è uno dei materiali più resistenti sia chimicamente che meccanicamente. Il suo principale problema consiste nella tendenza ad assorbire sostanze estranee e quindi a macchiarsi quando tali sostanze siano colorate (è in questo modo che vengono prodotte le fette di agata di intensi colori verdi, blu, fuchsia, ecc.).
Lavate con acqua fresca e un detergente incolore. Risciacquate e asciugate.
Il calcedonio azzurro è soggetto ad alterazione del colore mediante un processo di tintura o anche mediante riscaldamento. Un altro modo per migliorare il calcedonio consiste nel sovrapporlo a un altro materiale dal colore più intenso facendo sembrare, per trasparenza, che il colore appartenga al calcedonio stesso.