Angelite è il nome commerciale che alcuni attribuiscono al minerale il cui vero nome è anidrite, quando esso si presenta con un colore tendente all’azzurrino o azzurrino-violetto.
Da alcuni operatori olistici essa viene confusa con la celestite (o celestina). A volte si legge anche che l’angelite sarebbe celestite che ha subito una prolungata compressione per milioni di anni. Si tratta di un clamoroso errore. Celestite e anidrite sono minerali completamente diversi.
L’anidrite è solfato di calcio, come il gesso, ma con la differenza che in quest’ultimo fra le molecole di solfato rimangono agganciate alcune molecole di acqua che potremmo considerare intrappolata nella struttura (acqua di cristallizzazione). Nell’anidrite invece non c’è acqua e, proprio da questa caratteristica essa prende il nome.
Si presenta prevalentemente in masse compatte o in cristalli di colori chiari e poco appariscenti (biancastro, grigio, azzurrino, ecc.)
Il principale e più marcato effetto dell’anidrite consiste nello stabilizzare le scelte e i comportamenti in modo che risentano meno del mutamento dei punti di vista, delle influenze esterne e delle emozioni. Chi la usa finisce per risultare meno volubile e più fermo nelle proprie posizioni.
Aiuta a contrastare le insicurezze, riduce l’inclinazione a cambiare troppo frequentemente opinione e stabilizza anche contro quelle discontinuità che sono dovute a ostacoli esterni e opposizione altrui.
Dona energia e spinge ad agire senza timore, facendo seguire coerentemente alle idee le azioni. Limita la passività e l’inerzia.
Come effetto secondario della stabilità e di una certa maggior chiarezza facilita l’interazione con gli altri. Rende più aperti, morbidi e comunicativi gli atteggiamenti del corpo.
Sempre come effetto secondario, induce a tenere i piedi in terra, concentrandosi sugli aspetti essenziali della vita.
Rilassa la mente e il corpo.
L’anidrite facilita i processi di autoguarigione su tempi medi e lunghi. Non è utile usarla per guarire da una scottatura o altra lesione che guarirebbe da sola in un paio di giorni.
È invece utile per una generale amonizzazione dei processi metabolici e per combattere gli stati di malessere generale.
Stimola la funzionalità renale e, in misura minore, quella epatica.
Come molte altre, l’anidrite, è una pietra da usare a lungo anche perché il tipo di effetto (ossia la stabilizzazione) è di per sé qualcosa che ha senso valutare solo sul lungo periodo. Essere stabili solo per pochi giorni è la stessa cosa che non esserlo!
Occorrono almeno un paio di settimane prima che la pietra inizi ad avere realmente effetto e successivamente essa va incrementando la sua azione per un periodo di un paio di mesi, dopo di che viene raggiunto il pieno livello di efficacia.
È sufficiente portarla con sé durante le ore diurne, mentre la notte può essere lasciata, se lo si desidera.
È preferibile non tenerla a contatto con la pelle, soprattutto in quei casi in cui si tende a sudare o se si ha un tipo di pelle acida.
I rituali adatti per l’anidrite non sono molti. Fra essi quello dell’Acqua Fredda e quello della Luce Lunare che però vanno esclusi in quanto sottopongono i cristalli a un dannoso contatto con l’acqua o con l’umidità.
Si possono applicare il Rituale del Sale (che in questo caso è accettabile, ma non ottimale), quello del Suono e quello della Contemplazione.
L’anidrite, alla lunga, teme l’umidità. Inoltre si tratta di un minerale tenero e meccanicamente delicato. Evitate assolutamente di tenerla addosso mentre fate il bagno o la doccia. Non tenete mai a contatto della pelle, soprattutto in punti ove si forma sudore.
Evitate (come sempre) di applicare lacche, profumi, saponi, creme, ecc. mentre la indossate. Se dovete applicare prodotti che vanno spruzzati, fatelo prima di indossare la pietra, in modo che lo spruzzo non possa raggiungerla. Tanto più evitate il contatto con sostanze chimiche forti (soda, ammoniaca, acidi, antiruggine, ecc.).
Per pulire l’angelite togliere prima la polvere con un pennello morbido, poi usare alcol a 90° o 95°. Subito dopo asciugare accuratamente. Non tenete mai la vostra pietra a bagno. Asciugate sempre presto e con cura. Dopo un lavaggio con acqua tenete la pietra un paio di giorni ad asciugarsi in posizione ventilata.
L’anidrite, in presenza di umidità, tende ad assorbire acqua e trasformarsi lentamente in gesso (con un certo rigonfiamento e con il disfacimento della struttura compatta della roccia originaria.
Un piccolo centro della Germania meridionale, Staufen im Breisgau, è stato costruito sopra un’ampio deposito di anidrite presente nel sottosuolo. Nel 2007 furono effettuate trivellazioni per raggiungere una falda idrotermale e utilizzare il calore a fini di riscaldamento. Nella trivellazione venne attraversato lo strato di anidrite e le acque calde ad alta pressione risalenti presero a bagnare tale strato. Nel corso degli anni l’anidrite ha assorbito in parte l’acqua e ha iniziato a trasformarsi in gesso rigonfiandosi e occupano maggior volume.
Il risultato è stato un sollevamento di alcune zone della città di 30 cm (al 2010) e, a tutto il 2013 non vi erano segni di arresto del processo di sollevamento. Il fenomeno ha provocato ingenti danni agli edifici
La scarsa durezza e l’instabilità chimica rendono l’anidrite poco utilizzabile ai fini della vita umana, se non, in qualche caso, come pietra decorativa per pezzi di bigiotteria.