L’ametista è una varietà di quarzo (precisamente è il nome del quarzo quando si presenta di color violaceo), come lo ialino e il citrino. Esattamente nello stesso modo in cui le calciti gialle e quelle azzurre sono ambedue calciti o le fluoriti viola e quelle verdi sono, comunque, ambedue fluoriti.
Il quarzo può assumere due distinte forme (con due diversi reticoli cristallini): il cosiddetto quarzo-a (sistema trigonale) e il quarzo-b (sistema esagonale) che si forma a temperature maggiori. La trasformazione da quarzo-b a quarzo-a avviene a 573 °C e comporta un cambiamento di volume. Tale cambiamento crea tensioni interne che a volte si traducono immediatamente in fratture e microfratture ben visibili, in altri casi destabilizzano la struttura senza giungere a creare una frattura evidente. Tuttavia queste tensioni e la conseguente destabilizzazione possono produrre fratture successive, magari in occasione di una fase di riscaldamento o raffreddamento del cristallo. In questo modo in esso possono (occasionalmente) apparire fratture che prima non esistevano e che ci danno l’impressione di un evento quasi magico. In realtà si tratta semplicemente del frutto di tensioni preesistenti che si scatenano all’improvviso, come una catasta di scatoloni messi male che potrebbero cadere da un momento all’altro e che, dopo esser stati apparentemente stabili per molti giorni, cadono all’improvviso, senza motivo apparente, solo perché un po’ di umidità nell’aria ha ammorbidito il cartone di alcune scatole.
È un fenomeno decisamente comune che alcune parti di un cristallo di ametista siano meno colorate e, addirittura, tendano a essere bianche o incolori. Non di rado le punte dei cristalli presentano un colore più intenso.
Il colore è dovuto alla presenza di atomi di ferro (Fe) dispersi come impurità nel reticolo cristallino. A causa di irraggiamento radioattivo, gli ioni di ferro trivalente (Fe3+) perdono uno degli elettroni e si ossidano ulteriormente trasformandosi nell’insolito stato di ferro tetravalente (Fe4+). L’elettrone perduto probabilmente si sposta verso un altro ferro trivalente trasformandolo in ferro bivalente (Fe2+). Secondo questa teoria le coppie Fe4+ / Fe2+ costituirebbero gli elementi responsabili del colore e per questo vengono definite “centri di colore”. Questa teoria su come si formano i centri di colore non è ancora universalmente accettata ed esistono altre ipotesi oggetto di discussione.
Il colore dell’ametista, tuttavia è piuttosto instabile e la prolungata esposizione al Sole o a sorgenti intense di luce ne provoca un evidente impallidimento.
Anche il riscaldamento e l’irraggiamento radioattivo possono interferire con il colore. A una temperatura tra i 400 °C e i 500 °C i cristalli cambiano il loro colore in modo drastico assumendone uno giallo-aranciato simili a quello del quarzo citrino.
CENTRO SU DI SÉ
Come tutti i quarzi, l’ametista spinge a mettere noi stessi al centro dello scenario della nostra esistenza. Pur avendo a che fare con l’attitudine a interessarsi degli orizzonti spirituali, essa favorisce un’ottica di attenzione alla propria strada (spirituale) piuttosto che agli interessi altrui.
Se utilizzata da persone che per loro natura sono inclini a una certa rigidità e intransigenza, l’ametista porterà a un modo di intendere la vita spirituale rigoroso e inflessibile, mentre se usata da persone flessibili e aperte, aiuterà a dare un orientamento in cui la flessibilità viene costruita sopra la spina dorsale di un chiaro senso della giusta direzione.
SENSO DELLE REGOLE
Fra i diversi tipi di quarzo, l’ametista si differenzia per il particolare orientamento a portare a galla il senso delle regole e dell’autocontrollo assieme a una certa sensibilità verso ciò che non è convenienza immediata, ma piuttosto espressione di un Ordine universale e di equilibri di ampio raggio.
L’ametista favorisce l’autocontrollo e la coerenza, induce ad accettare le conseguenze di un Ordine superiore anche quando non sono positive per noi. Rende più forte il senso dei limiti, soprattutto quando si tratta di limiti che dipendono da criteri molto generali.
SOGNI E RICORDI
Migliora anche l’emersione dei ricordi. Facilita il manifestarsi dell’inconscio attraverso i sogni.
IMPARZIALITÀ, EQUILIBRIO
Migliora l’attitudine all’imparzialità e all’equilibrio interiore. Potenzia anche il senso di giustizia, l’onestà e la rettitudine.
SUPERAMENTO DELLE DIFFICOLTÀ GRAZIE ALLE RISORSE SPIRITUALI
Può aiutare a superare momenti di difficoltà o tristezza aiutando a comprendere e accettare quegli equilibri che a volte ci portano a soffrire.
LIMITAZIONE DEI DESIDERI TERRENI
L’ametista toglie anche spazio ai pensieri e desideri terreni e al peso delle discontinuità della vita.
EFFETTI SUL FISICO
Attenua i dolori e le tensioni muscolari. In particolare le diverse forme di mal di testa.
Agisce beneficamente sull’apparato respiratorio.
Il quarzo ametista è un cristallo di media potenza che agisce pienamente in un paio di settimane.
Il tipo di effetti richiede che esso venga utilizzato per lunghi periodi, giacché non ha molto senso, se non in occasioni piuttosto insolite, essere attenti all’orizzonte spirituale solo per poche settimane.
L’ametista è un minerale che dà il meglio di sé quando viene sottoposto a una ritualità assidua e complessa.
Un rituale estremamente semplice che può essere usato con le ametiste può essere eseguito come segue:
- preparare una ciotolina, dei semi di anice, dell’alcol etilico e dell’olio essenziale di lavanda (Lavandula angustifolia);
- nella ciotolina mettere circa mezzo cucchiaio di semi di anice;
- versare sui semi poco alcol etilico (il necessario per bagnarli e nulla di più);
- aggiungere due gocce di olio essenziale di lavanda;
- dare fuoco all’alcol e attendere che esso si consumi e la fiamma si spenga completamente;
- una volta spenta la fiamma, attendere alcuni secondi per lasciare un poco raffreddare i semi parzialmente bruciati, poi appoggiare il cristallo sopra i semi e coprire (con un altro piattino o con alluminio per forno o con un coperchio per tegami o altro);
- lasciare riposare per almeno 6/7 ore, preferibilmente di notte.
Il quarzo ametista è un materiale di buona resistenza sia meccanica che chimica. Soffre soltanto gli sbalzi di temperatura e l’acido fluoridrico. Quest’ultimo è presente in alcuni prodotti antiruggine.
Quando è necessario pulire, procedete a un lavaggio con acqua e un sapone neutro oppure con alcol. Dopo il lavaggio risciacquate e asciugate.
Ricordate di evitare gli sbalzi termici (non usate phon, non esponete al Sole diretto, non usate acqua troppo calda, …).
L’ametista teme il Sole non solo per ragioni termiche, ma anche per motivi legati alla luce, infatti tende a sbiadire e perdere colore se esposta alla luce.
L’ametista è nota e apprezzata da tempi antichissimi. Se ne hanno testimonianze dal 3000 a.C. in Egitto, Sudafrica e in Mesopotamia. È sempre stata una delle gemme più utilizzate per la creazione di gioielli, sigilli e intagli in quanto sufficientemente durevole, ma non tanto dura e difficile da lavorare quanto altre pietre (smeraldi, acquemarine, rubini, ecc.). Il termine deriva dal greco améthystos che significa “non ebbro”. I Greci ritenevano infatti che essa costituisse un eccellente rimedio contro gli effetti dell’alcol e i Romani contribuirono ad alimentare questa credenza.
Le ametiste usate in gioielleria sono praticamente tutte artificiali e andrebbero evitate in cristalloterapia.
Il valore commerciale è oggi abbastanza basso in conseguenza della scoperta degli enormi giacimenti brasiliani, ma anche e soprattutto dell’invasione del materiale sintetico.
È opportuno evitare in modo assoluto l’acquisto di ametiste tagliate in quanto quasi certamente sintetiche (a prescindere dalle dichiarazioni dei venditori). Anche i certificati in molti casi sono inutili in quanto la tecnologia di produzione è così avanzata che è possibile produrre pietre senza difetti davanti alle quali il gemmologo non ha modo di accertare l’origine sintetica.
Sono invece non sintetici i grezzi, soprattutto quelli su matrice, sebbene possano essere stati trattati in vari modi.
In commercio vengono spesso proposti materiali definiti ametiste verdi: si tratta di un nome ingannevole utilizzato per cercar di attribuire maggior pregio al prodotto e alzarne il prezzo e l’appetibilità. L’ametista è per definizione la varietà viola del quarzo. Se non è viola, non è ametista. Si tratta se mai di quarzo verde ossia di una varietà denominata prasiolite, talvolta, o vermarine.
Occorre tenere però presente che la prasiolite è un minerale davvero molto raro e dal colore assai pallido e piuttosto insignificante. Nel caso del materiale comunemente venduto per cristalloterapia, il verde viene ottenuto trattando le ametiste con riscaldamenti e irraggiamento radioattivo. La modifica del colore, anche se il materiale originario era un’ametista, impone automaticamente di abbandonarne il nome, in quanto non vi è più il colore viola. È anche piuttosto comune che ciò che viene venduto come “ametista verde” o “prasiolite” sia in realtà semplice vetro.
Dalla manipolazione di ametiste vengono assai spesso ottenuti anche quarzi come l’ametrino e il citrino. L’ametrino esiste in natura, ma è raro e in genere poco attraente. Le pietre di questo tipo in commercio sono da considerare praticamente sempre frutto di alterazione.
La tendenza a perdere il colore è presente anche in tutti gli altri quarzi la cui colorazione sia dovuta a irraggiamento (citrino, affumicato e quarzo rosa).