La dianite viene talvolta definita “giada blu”, ma si tratta semplicemente di un escamotage per aumentarne l’interesse commerciale e il prezzo. In realtà la dianite ha ben poco a che vedere con la giada (che, a sua volta, è un materiale ambiguo, visto che anche il nome giada è soltanto un nome commerciale che viene usato per più minerali diversi.
Il nome giada viene tradizionalmente attribuito a due diversi minerali: la nefrite e la giadeite e, più di rado, a certe forme di serpentino. La nefrite appartiene, come la richterite, al gruppo degli anfiboli (è una varietà di tremolite o di actinolite), ma si tratta comunque di un minerale diverso.
Ancor di più la richterite è diversa dalla giadeite e dal serpentino.
La dianite è una pietra con una certa connotazione esoterica, come accade anche con altri anfiboli.
Aumenta il distacco e l’attitudine ad accettare con indulgenza le proprie diverse sfaccettature, contraddizioni e carenze.
Limita le tensioni legate alle aspettative che noi stessi ci imponiamo, aumenta il senso della relatività dei valori e degli eventi e modera la tendenza a crearsi degli assoluti. Questo modo di porsi di fronte alla realtà, ovviamente, riduce i punti di riferimento e potrebbe creare disagio e spaesamento in persone che già per loro modo di essere tendono a oscillare, a essere insicure e a non avere punti fermi.
La dianite produce una maggior sensibilità per l’occulto e per il sovranaturale e, allo stesso tempo, aumenta la capacità di osservazione critica e la profondità di visione.
Contribuisce al buon funzionamento del sistema endocrino e della vista.
Si tratta di una pietra che agisce pienamente in un paio di settimane o anche prima con effetti abbastanza visibili che sembrano inizialmente manifestarsi in modo discontinuo, con episodi di maggior intensità e momenti di pausa. Dopo le prime due settimane circa, gli effetti si stabilizzano e, se si interrompe l’uso, continuano a durare per qualche giorno.
La dianite va tenuta con sé durante il giorno. Se la si tiene accanto anche di notte, gli effetti tendono a manifestarsi maggiormente anche nell’ambito dei sogni, cosa che per la natura di tali effetti non ha molta utilità.
Si tratta di una pietra affine alla notte che non ama i rituali di esposizione al Sole.
La dianite è una roccia dall’aspetto eterogeneo e macchiato, non troppo tenera e chimicamente abbastanza resistente, di conseguenza non teme qualche piccolo maltrattamento.
Quando si pulisce è bene rimuovere inizialmente la polvere con un pennello o con un getto d’acqua. Successivamente si può lavare con alcool o con acqua e sapone, anche aiutandosi con un panno o una spugna. Risciacquate con cura e poi asciugate senza riscaldare.
Come già detto, la dianite viene frequentemente venduta con il nome commerciale di giada blu. Non lasciatevi impressionare perché non si tratta affatto di una giada. Si tratta di una roccia poco diffusa e potrebbe costare un po’ più di altri cristalli, ma non ha nulla della giada.
Trattandosi di una roccia, la dianite è formata di vari minerali dei quali il principale (quello che produce la colorazione grigio-azzurra) è una varietà di richterite. Le macchiette o granuletti bianchi sono formati di quarzo e microclino e quindi hanno differenti proprietà esoteriche. È opportuno evitare i campioni che presentano una maggior quantità di macchie e cercare invece quelli con un colore azzurro più intenso e uniforme. In questo modo la quantità di richterite sarà maggiore. Tuttavia occorre tenere ben presente che la dianite è soggetta a essere tinta artificialmente e i pezzi in cui il blu è troppo profondo e sembra dare una tonalità azzurrata anche alle zone che dovrebbero essere bianche, potrebbero facilmente essere tinti.