Acquamarina: grezzo o lavorato?

Avete per caso deciso di acquistare un’acquamarina? Senza dubbio si tratta di una pietra piena di un fascino pulito e luminoso. Forse nessuna pietra più dell’acquamarina, infatti, suggerisce l’idea di pulizia e di trasparenza. Nell’antichità classica essa era associata con il mare e taluni pensavano che proprio a partire dall’acqua del mare fosse stata creata.

I romani la apprezzavano e la ritenevano utile per evitare di annegare o di naufragare durante i viaggi in nave. Sfortunatamente però i normali marinai, mercanti o pescatori difficilmente potevano permettersi di possenderne una.

I Romani pensavano anche che essa, se usata da giovani coppie appena sposate, potesse caricarsi assorbendo parte dell’amore e della passione dei primi tempi di matrimonio e poi restituirle successivamente, aiutando così a prolungare l’armonia coniugale col passare del tempo.

Ma quale tipo di acquamarina è più opportuno acquistare? Naturalmente questo dipende, prima di tutto, dai vostri gusti e da quanto volete spendere, tuttavia possono esserci alcune considerazioni utili per scegliere in modo più appropriato e consapevole.

Il primissimo fra tutti i possibili criteri riguarda il colore. Alcune delle pietre in commercio hanno un colore talmente pallido da essere quasi incolori. Vengono vendute come acquemarine per questioni di valore commerciale, ma in realtà andrebbero considerate gosheniti (ossia berilli della varietà incolore). Anche le proprietà che si usano in cristalloterapia, in quei casi, sono quelle della goshenite piuttosto che dell’acquamarina. Si tratta di pietre simili, ma non completamente uguali.

In commercio potrete trovare acquemarine che si presentano in vario modo:

  • grezze,
  • sfaccettate,
  • burattate
  • cabochon.
pietre grezze
acquemarine (grezzi da taglio e gemma tagliata); taglio eseguito da G. Bogni
immagine G. Bogni (www.mineraliepietre.com)

Le pietre grezze, quando hanno un colore non troppo pallido e un po’ di trasparenza, possono avere un notevole fascino. In alcuni casi i cristalli che si trovano in commercio sono sani (a parte l’essere spezzati alla base), mentre in altri casi si tratta di frammenti.

Ripeterò spesso che non bisogna dare alcun valore, se non estetico, al fatto che un certo cristallo sia sano, burattato o spezzato. Il grezzo non è migliore o più naturale di un burattato. Anche il grezzo più ruvido e irregolare non è naturale, infatti per ottenerlo è stato necessario spezzarlo almeno per staccarlo dalla roccia dove era nato.

Non ci sono ragioni precise per preferire un tipo o l’altro. Si tratta di una questione di gusto. La mia personale preferenza va alle pietre sane in cui si possono vedere bene le facce esterne del cristallo. Inoltre preferisco le pietre più pulite e trasparenti poiché la trasparenza della pietra mi aiuta a ricordare che anche a me si richiede trasparenza per avanzare lungo il percorso della mia evoluzione.

pietre sfaccettate

Le acquemarine sfaccettate possono essere bellissime, ma perdono molto del loro fascino se sono troppo bucate. Non si tratta di pietre con un buco. La parola “bucato”, in questo caso, è un termine tecnico usato nel mondo delle gemme per indicare quelle pietre che sono state tagliate in modo tale che, guardandole dalla parte superiore, si riesca a vedere per trasparenza quello che c’è sotto. In altre parole i riflessi interni dovuti alla sfaccettatura lasciano una zona vuota al centro e attraverso questa zona si vede di sotto, come accadrebbe attraverso una finestra.

Perché i tagliatori producono pietre bucate? Per tre motivi principali: il primo è che essi privilegiano quei tagli, anche se imperfetti, che consentono di non rimpicciolire troppo la gemma (una pietra più pesante vale di più e, se si rimpicciolisce troppo, quando si vende si guadagnano meno soldi). Il secondo motivo è che si cercano quei tagli che consentono alla luce di fare un persorso più lungo restando dentro la pietra, in questo modo si ottiene un colore più profondo. Il terzo motivo è che i tagli più perfetti richiedono spesso maggior tempo e maggiore attenzione. E, come tutti sanno, il tempo è denaro, soprattutto se la qualità della gemma non è abbastanza elevata da giustificare una grande quantità di lavoro.

Comunque la differenza di bellezza fra una pietra molto bucata e una tagliata bene è veramente grande. Una pietra ben tagliata da un tagliatore appassionato può essere davvero splendida! Usualmente le gemme commerciali, quelle che si trovano nelle gioiellerie già montate, sono tagliate assai meno bene di quelle che passano fra le mani di tagliatori artigianali competenti e appassionati. Quando comprate fateci attenzione.

pietre burattate

A me personalmente le acquemarine burattate piacciono poco. Ma è una questione di gusti e, in genere costano di meno. Il motivo per cui costano di meno è che per burattarle si scelgono, in genere, le pietre meno trasparenti e meno belle.

Dal punto di vista della cristalloterapia sono perfettamente uguali alle altre, quindi se volete spendere di meno e se vi piacciono, non fatevi problemi a comprare dei burattati.

pietre cabochon

Di solito il taglio a cabochon è riservato a quelle acquemarine che presentano un vistoso effetto ottico di gatteggiamento o asterismo. Il taglio cabochon, se opportunamente eseguito, consente di massimizzare tale effetto ottico e di centrarlo sulla parte alta della pietra. Di nuovo, come prima, è solo una questione di gusti (e di costi), giacché le proprietà in cristalloterapia non vengono assolutamente influenzate dagli effetti ottici e neppure dal taglio.

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